Così i mesi sono passati, l’inverno ha picchiato più forte del solito. La neve è entrata nelle scarpe e nei nostri weekend, forse abbiamo pedalato meno, o non abbastanza, comunque quel tanto che basta per farci venire il dubbio? Ma sarò pronto per tutto questo? Oppure il contrario, hai tirato dritto come un treno fregandotene delle dita dei piedi che non sentivi più, perché tu senti solo una cosa, la passione, che non dorme mai, nemmeno in inverno. Opposti, che si attraggono. La Rando Imperator è fatta di estremi senza voler essere estrema, lasciando democraticamente decidere a te quali siano i tuoi limiti: puoi volerla fare tutta, da Monaco a Ferrara, 600 km e oltre di tutto quello che la geografia possa inventarsi, montagne e pianura. O puoi invece scegliere soltanto un giorno, 300km di salite e discese tra Monaco e Bolzano, perché sei quello che salta i preliminari e vuoi arrivare subito al dunque, o 300km di leggera, impercettibile discesa, da Bolzano a Ferrara, perfetti per abbandonarsi per la prima volta all’ultra cycling, come dicono quelli bravi, alle lunghe distanze, alla corta indecisione che intercorre lo spazio tra “amo andare in bici” e “posso arrivare fino a lì da solo, in un giorno”. La lotta tra gli opposti geografici e temporali, decisionali e di stile si dispiega lungo una ciclabile, e ci pensano le sensazioni a farvi fare pace, a farvi scegliere tra il bene e il bene, perché ogni scelta, in bici, se rispecchia chi siamo, andrà comunque bene.

Dà sempre un’alternativa, la Rando Imperator, e non ti mette mai spalle al muro. Puoi scegliere tre percorsi diversi, ma soprattutto puoi finalmente scegliere se vedere tutto, per una volta, senza lasciare da parte nulla. Tra la Germania e l’Italia, il percorso europeo della randonnée tra Monaco e Ferrara riesce a farci stare dentro così tanti confini, così tanti scenari diversi, in soli due giorni, da sembrare quasi irreale. Svegliarsi da una parte delle montagne e ritrovarsi il giorno dopo dall’altra, e averlo fatto senza telepass, treni, aerei, mongolfiere, averlo fatto per davvero, mica per finta, e solo con le proprie gambe, è quella sensazione che ti rimette al mondo, ti mette in pace col mondo, ti fa sentire proprio una parte, del mondo: nessuna onnipotenza, il contrario, tutto il peso dei km e della pazienza di pedalare sempre in avanti, voltandosi indietro soltanto per aspettare amici di viaggio o per il lusso di rivedere qualcosa che ci aveva colpito, e mai per i rimpianti o rimorsi. Tutti questi confini, stati, persone e scenari dentro solo due giorni (oppure uno, perché anche in soli 300km il mondo cambia radicalmente) sembra quasi magico, surreale, e quando arrivi poi ai piedi del Castello Estense, ti ci vogliono svariate birre, o un bacio, o un abbraccio, per renderti conto che sì, per due giorni hai sognato davvero.

Perché la randonnée non è la realtà, non è le cose come dovrebbero essere, non è una bolla: è le cose come dovrebbero essere sempre, la normalità di viaggiare col proprio passo fino a quando se ne ha voglia, con chi se ne ha voglia, è il mondo a misura di bici e di uomo e di donna e di ogni creatura vivente che ha voglia di vedere cosa ci sia, dopo quel tornante, quella salita, quel fortine, quel distributore di benzina, quel palo della cuccagna, quel binario, quel torrente, quella trattoria, quell’edicola, quella chiesa, quelle case, quel lago, ha voglia di mettere sempre il naso in mezzo alla realtà. La Rando Imperator ti lascia scegliere, fra tre percorsi diversi, ma inizia il giorno dopo che è finita, e stai già pensando a quali altri viaggi in bici farai, prosegue tutto l’anno, quando sei con la testa altrove, quando la ignori, quando ritorna l’inverno, il prossimo, e di nuovo ricominci a chiederti se ne hai voglia, se la farai, se ti metterai lì col dito sulla cartina, a guardare alberghi su Booking, a organizzare uscite d’allenamento con altri adepti della Libera Scelta del Culto della Bici. E finisce alla partenza, quando si apre una parentesi infinita dove ci riesci a farci stare tutto: la terra, il cielo, la roccia, l’erba, gli alberi. E quella domanda che tu non lo sai, ma è dentro i timbri sul cartellino giallo, mescolata alla Nutella dei ristori, nel taschino del doganiere svizzero: come cambierai, una volta arrivato alla fine? La Rando Imperator non finisce mai, perché ogni km prima, durante e dopo di lei, è sempre lì ad aspettarti, a farti cambiare, a rendere ancora di più, quello che sai di essere: una persona che se ne va in giro, e tanto basta.

Ed è quasi come essere felice / 1
Ed è quasi come essere felice / 2
Ed è quasi come essere felice / 3
Ed è quasi come essere felice / 4
Ed è quasi come essere felice / 5
Ed è quasi come essere felice / 6

(fine)