Non hai scelta: devi scalare un dente, devi infilarti la giacca più pesante, nascosta in fondissimo nella tua Miss Grape, devi scendere a piedi. Devi toglierti il fango dai denti e dagli occhiali, devi prendere dei fogli di giornale e infilarti sotto maglia, sulla pancia, devi sdraiarti su quella panchina. Non hai scelta: te lo devi far andare bene, questo caffelatte preso al supermercato in cui intingi un tramezzino preso al distributore automatico della stazione di servizio. Solo il tuo dolore da ultraciclista, ha possibilità di scegliere: quando prenderti, quando farti tirare quel tendine, farti venire sonno, sbadigliare, stiracchiare le dita intorpidite da ore e ore in bici. E non vedi l’ora di divertirti insieme a lui.

La Rando Imperator è una democrazia dove legifera soltanto il dolore: che non è solo fisico, anzi, si traveste da rimpianto per non esserti iscritto, quando ormai sarà già inizio maggio e se ti fossi allenato prima… Cambia casacca, come in parlamento, e te lo ritrovi sui banchi dell’ansia di non farcela entro il tempo massimo: un cancello dopo l’altro, i ristori sempre più lunghi, tempi dilatati come nemmeno in 2001 Odissea nello Spazio. E poi a strillare per la frenesia, la volontà di farcela comunque, di far sapere a casa, che ce l’hai fatta, la frenesia di non mollare per un cazzo la ruota di questo sconosciuto qua davanti, verrà dalla Bielorussia o dalla Norvegia, chi lo capisce quando parla, ma quella ruota non la mollerai mai.

Ed è proprio mentre insegui quel copertone da 28″ (tu con il tuo 25″ che ti ha evitato la goduria dei boschi del Fernpass, ma noi te l’avevamo detto) lungo l’argine del Po, tra Mantova e Ferrara, tra la terra e la Luna, tra la Baviera e l’Emilia, che approvi la legge di Bilancio del Dolore, con un disavanzo innegabilmente positivo, e accetti tutto, qualsiasi cosa, in quei km che ti portano sotto al Castello Estense, anche che la legge di Bilancio sia stata scritta dall’Europa, che te l’abbia chiesto l’Europa, di sopportare quel dolore, sceglierlo, custodirlo, addomesticarlo, affamarlo. Non avevi scelta: dovevi essere randonneur, votare per le piste ciclabili, i confini da cancellare, i tendini da scortare all’arrivo, dovevi farti 650km per essere finalmente in pace col tuo dolore. Che è tutto quello che hai fatto e non potevi fare: e adesso è diventato soltanto progresso, pace, benessere europeo di corpo e anima. Non hai scelta, alla Rando Imperator: di sorridere, al dolore, e farlo diventare piacere.

 

(continua)

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