La prima volta alla Berliner Fahrradschau ha lo stesso effetto di una discesa senza mani dopo una salita: fate finta che la salita sia l’inverno, e la discesa siano gli incontri in una città dove la bici non è strana, avanzata, innovativa, “cool”, ma semplicemente normale, e non per questo scontata, ordinaria, anonima. La discesa è ritrovarsi a parlare di selle in inglese con un tedesco che si illumina al termine “prostata”, ritrovare Calamaro Cycling Content che ti spiega come si parla di bici sui social e non solo («fai quello che sai fare e quello che non lo sai imparalo, ma parla solo di cose che fai», incisivo quasi come la coda per i gin tonic gratis nel padiglione ‘Urban’), ritrovare amici come BikeInside o Pigozzi o BAM che ci fanno sentire comunque anche a casa ma mica perché si parla la stessa lingua, ma perché casa è dove ci sono persone che provano a far girare il mondo in bici, con la bici, per la bici. Ovunque esse siano.

La prima volta che venimmo a Berlino fu più di dieci anni fa, in un interrail post università quando ancora la bici era solo passione. Uno dei primi posti in cui finimmo zaino in spalla fu Keirin Cycle Culture Café, il primo “cycle culture cafè” d’Europa, se ricordiamo bene: ci sembrava utopico, un posto dove entravi non solo per aggiustare la bici ma per parlarne, respirarne, per berci un caffè insieme. Svariati anni e bike cafè dopo, proprio ora che siamo ancora a Berlino leggiamo da instagram che Keirin chiude, dicendo tra le altre cose: «we don’t leave the scene, we are the scene». E ci togliamo la faccina d’ordinanza perché domani, quando la bolla berlinese per noi terminerà e torneremo in Italia, penseremo umilmente che è vero, siamo “noi” la scena, noi che proviamo a far andare più persone in bici, e non importa come, chi di notte, chi sui sassi, chi con magliette, chi all’alba, chi di corsa chi lentamente, chi in vacanza chi per lavoro chi per caso. Siamo noi la scena che tutti i giorni, senza essere nel posto giusto dove tutto sembra un po’ meno presente e un po’ più farraginoso, proviamo a fare le cose giuste: pedalare, far pedalare, farci pedalare tutti quanti.