Potresti scaricare la traccia sul tuo Garmin e non pensarci più. Potresti affidarti alle frecce che troverai lungo la ciclabile, quella freccia rosso porpora che diventa segnale di riconoscimento. Iniziazione. Poi finisce che ti metti carponi sul tappeto, apri una piantina, di carta, di quelle così grande che ripiegarle poi è un’impresa: non si riesce mai a ridar loro il verso originario. Tracci con il dito il percorso che andrai a fare in primavera, indugiando sulla toponomastica bavarese, i corsi d’acqua tirolesi, i drittoni verso sud italiani. Non è il fascino della carta, non siamo così sentimentalisti, è il fascino di tracciare con le proprie mani la strada che vogliamo percorrere. Ed è quasi come essere già partiti, sotto la pioggia, e quel dito che disegnava sulla cartina ora smanetta sul cambio, toglie l’acqua dagli occhiali, picchietta sulla tempia per ricordarti che in fondo proprio sani sani non lo siamo.

La parte più bella di una randonnée a volte rischia di essere i preparativi stessi alla randonnée. Prendete la Rando Imperator: bisogna prenotare il pullman, o il treno, magari mesi prima, pensare a dove si dorme a Bolzano, per chi dorme, non pensarci proprio, per chi non ha nessuna intenzione di dormire tra Monaco e Ferrara. A volte la stessa Rando Imperator, come quest’anno, serve a sua volta per prepararsi a qualcos’altro: essendo Brevetto Audax, consente di raccogliere punti necessari all’iscrizione alla randonnée delle randonnée, la mitica Paris-Brest-Paris. Non sarà mica un infinito sabato del villaggio? Eppure quelle ore passate ad agganciare portapacchi al proprio telaio, a provare a strappare la tela delle nostre borse (e vedere che non cede mai), a radunare sul letto tutto quello che ci servirà (e sarà sempre meno del necessario), a controllare il prezzo di quel fanalino che senza proprio non possiamo fare, quella nuova maglia termica, quel paio di scarpe, attaccare la bandiera europea sul cannone: mille infiniti modi per far lievitare un viaggio in bici. Il nostro. Partiamo già affamati, dal profumo.

La parte più bella di una randonnée è l’attesa che ci ridefinisce: il momento forse più democratico perché, se la strada ci unifica e la pioggia e la fatica ci rende tutti ugualmente leggendari, come ci arriviamo lo decidiamo soltanto noi e le nostre circostanze: avremmo voluto allenarci di più ma nevicava sempre, oppure sai i figli, oppure diobono quella consegna e quei weekend passati al lavoro. Avremmo voluto caricarci addosso più roba, o anzi togliere, ma come si faceva a lasciare a casa quella mantellina o quella barretta? Sono condizionali democratici perché coprono tutte le casistiche possibili: esistono mille modi per prepararsi alla Rando Imperator, e mentre scegli il tuo pensi sotto sotto di stare sbagliando qualcosa. Poi a maggio capisci che l’unico errore sarebbe stato non partire.

 

Ed è quasi come essere felice / 1
Ed è quasi come essere felice / 2
Ed è quasi come essere felice / 3

(continua)