Quanti mondi ci stanno dentro due giorni di bici? Rando Imperator ti porta dritto al cuore dell’Europa, e lo sentirai pulsare in armonia con il tuo mentre attraverserai quattro stati. Alza gli occhi da terra, guarda verso l’orizzonte e vedrai cosa ti aspetta: le Alpi sono laggiù e dovrai passarci in mezzo per trovare la tua strada. Ti verranno incontro, ti potranno spaventare, ti nasconderanno il sole e ti faranno piovere tutta l’acqua del mondo, e tu andrai ancora più dentro, troverai la presa per arrampicarti, il varco dove ci finisce dentro il cielo, il sole. Non c’è un altro mondo per andare dall’altra parte: i tuoi polmoni, la tua voce, le tue gambe per trasformare la salita in un’ombra scura alle tue spalle. Dalla Germania all’Italia, le Alpi della Rando Imperator sono dolci come le Baviera, sterrate come il Fernpass, armoniche come il Tirolo, verticali come i tornanti del Reschenpass, verticali come la discesa infinita verso Bolzano. Sono il nostro destino.

È l’Europa senza confini, sono i treni presi su cui siamo seduti a fissare il vuoto, dopo un ritiro, sono gli scherzi sul pullman verso Monaco come in gita alle medie, sono i treni presi per tornare a casa da chi ci ha aspettato e vuole sapere come è andata, è l’acqua che colava dai guanti gonfi di pioggia, sono le mani da stringere, sono le mani che non riescono più a stringere nemmeno il manubrio, per il freddo, è la pelle strappata dal sole, sono i km di pianura che non finiscono mai, è la salita che finiva subito, è il sorriso che il vento ti disegna sulle labbra in discesa, è quello che trovi da mangiare, sono i primi bar aperti prima dell’alba, è perdersi nella notte, ritrovare la strada, sono le montagne e tutto quello che ci può stare infilato in due giorni: non poco, anzi tanto, praticamente tutto, è il nostro modo di andare in bici, siamo noi cicliste e ciclisti, che prima di tutto siamo (spesso lo dimentichiamo) nomi, storie, sogni. È la Rando Imperator: il nostro primo amore in bici.

Se ci togli le montagne, lo sterrato nei boschi, i tornanti, se togli gli alberi, i laghi, l’acqua e il cielo, se togli ancora le città, i paesi, gli orizzonti, se togli tutto quello che può riprendere un drone dall’alto, se togli tutti gli strati, tutto ancora ti rimarrà tra le mani: in due giorni alla Rando Imperator puoi trovare tutto quello che puoi vivere in bici. E non ha la forma di una traccia gpx ben disegnata: la via Claudia Augusta è solo teatro, è sfondo, è la roccia cui aggrapparsi mentre tutto scorre. Il tutto della Rando è fatto di cortecce di alberi da accarezzare, di compagni di stanza che russano proprio in quelle tre cazzo di ore in cui puoi dormire, è fatto delle unghie che ti mangi mentre aspetti di partire, è fatto del buio che ti entra nelle ossa, delle canzoni che canterete in discesa dal Resia, è fatto di quel vino che berrete da qualche parte lungo il Mincio, è fatto dei bambini che saluterai da sopra all’argine che ti chiedono dove vai, delle chiacchere che scambierai con chi sta giocando a briscola al bar, è fatto di persone che vedi una volta all’anno e ti parli a gesti e ti ricordi sempre come ti fanno stare (bene), è fatto delle lacrime che stringi nei pugni seduto sui ciottoli di piazza Castello, perché solo tu sai cosa ti è costato, è fatto di tutte le domande che ci possono stare in due giorni: ce la faccio, ce la fai, ce la facciamo. Sono due giorni di qualcosa che assomigliano a cosa sarebbe, una vita intera sempre in bici.

Quando pedali il vento ti spoglia di tutto, di chi sei, della fatica che fai, ti spoglia degli umori che ti sono rimasti appiccicati addosso fino a quando non parti e allora diventi libera di essere te stessa, diventi davvero concentrato su quello che ti sta attorno. Quando pedali lontano, capisci se mai ce ne fosse ancora bisogno che i confini sono linee disegnate sulla carta ma sulla strada, tra i boschi delle Alpi, i tornanti e le discese, tra le gole dei torrenti e le pianure sterminate, non esistono. Non ci sono confini per i randonneurs: e alla Rando Imperator, tra Germania, Austria, Svizzera e Italia, vi capiterà di passare tra dogane più o meno abbandonate. Ma ci sono altri confini che con la ruota della vostra bici cancellate sull’asfalto o lo sterrato: quelli di chi vi guarda perplessi durante i vostri allenamenti, quelli che non capiscono, quelli dei vostri muscoli e della vostra testa che chi arriva primo ha già superato, ma chi arriva ultimo, poco prima della fine del tempo per il brevetto, tra Monaco, Bolzano e Ferrara supererà infinite volte e infinite volte sentirà che andare oltre non è non fermarsi mai. Oltre è ascoltarsi fino in fondo, capire che ce la puoi fare, accettare che non stavolta non ce la farai, è respirare liberi in una terra che appartiene a tutte e tutti.

Rando Imperator è un film proiettato in lingua originale nelle migliori ciclovie d’Europa. Fino a quando ci saranno abbastanza parole, sentirai imprecare in italiano per una foratura, sentirai confortarsi in tedesco tagliando fette di pane, chiedere come stai in inglese, chiamare casa per dire che va tutto bene in francese. Poi però le parole finiranno, e non basteranno nemmeno i sottotitoli: per tradurre i tuoi occhi mentre giri un tornante fissando la discesa come se laggiù ci fosse la salvezza, per sentire tutti i muscoli del corpo tirare dopo due giorni in sella, per mordere le labbra mentre il vento contro non ti vuole proprio mollare, non ci saranno sottotitoli per il sangue che dalle punte più estreme del tuo corpo ritorna di botto alla testa: per quel tramonto a specchio sul lago, per quell’orizzonte infinito e libero, per sentirti parte di un gruppo di amici e sconosciuti che per due giorni si ritrovano a battere il cuore tutti con lo stesso ritmo, da tutte le parti del mondo. Rando Imperator è quel film che inizia tra meno di due settimane a Monaco, Bolzano e Ferrara.

Ancora una settimana per iscriversi online alla Rando Imperator 2024. Un’altra settimana per scacciare via i dubbi di dosso come fossero gocce d’acqua dopo la pioggia. Se vi siete allenati abbastanza, c’è il brevetto da 600 km da Monaco a Bolzano e Ferrara con dentro tutto: dislivello, sterrato e quelle cose che piacciono tanto ai ciclisti come faticare, non dormire, spingere finché ce n’è. Oppure, se siete allenati ma volete il piatto forte subito e poi ciao, c’è il brevetto da 300 km da Monaco a Bolzano: le Alpi, semplicemente, da una parte all’altra. Per chi sta approcciando le lunghe distanze da poco, infine, il menu offre il brevetto da 300 km da Bolzano a Ferrara: una rincorsa dall’alba al tramonto verso il sud, sempre ascoltando il rumore dei fiumi, senza dislivello ma ecco, esiste anche altro, in bici e nella vita. Come le prime volte, o le seconde, come stamparsi un sorriso in faccia e provare a vedere se siamo capaci di gustarci il nostro tempo in bici.

Il viaggio più lungo inizia dalla folgorazione fino a quando non ti decidi: possono passare giorni, mesi, forse anni, prima che davvero serri il tuo manubrio tra le mani sulla linea di partenza. Oppure un secondo soltanto: quello che serve alla luce per andare dal tuo petto fino alla supernova in cielo dove esplode il tuo desiderio. Il resto è tutto una conseguenza: ritrovarsi in Baviera una notte di inizio maggio insieme a cicliste e ciclisti da tutto il mondo. Quanti sarete poco importa (comunque 300, per gli amanti delle statistiche): perché il buio e la luce di un giorno e una notte e ancora un giorno in bici sarà tuo e soltanto. Non c’è assistenza nelle randonnée: ma ci saranno tra Monaco, Bolzano e Ferrara i checkpoint per i timbri ai nostri ristori, ci saranno le amicizie che diventeranno eterne non appena condividerete tra voi anche solo un centimetro della via Claudia Augusta tra boschi, Alpi, prati, fiori, ghiaia, città, argini, bar, discese, soste, imprevisti, imprecazioni, lacrime, brividi. Il brevetto da 600 km tra Monaco e Ferrara della randonnée europea tiene tutto insieme, come una supernova nel cielo.

Le mucche al pascolo vi vedono passare a decine, dalla mattina alla sera e non fanno domande. Voi cicliste e ciclisti del brevetto Monaco-Bolzano da 300 km, non avrete il tempo per farvele: sarà una traversata delle Alpi tutta d’un fiato, costellata dal sole dell’alba che sale dietro le cime innevate e ti toglie di dosso tutto il buio che ti ha impestato da Monaco, i sali e scendi del Tirolo in mezzo a quel verde che ti penetra gli occhi, quel momento sul Fernpass in cui sei circondato da larici e silenzio, quella pace che ti prende spingendo sui tornanti del Resia e che disegna sulle labbra un sorriso, una smorfia, un sospiro, una lacrima. Dall’alba al tramonto, da Monaco a piazza Walther a Bolzano, il brevetto da 300 km della Rando Imperator è semplicemente un tuffo al cuore.

Hai mai provato a pedalare dall’alba a sera senza mai fermarti? Il terzo brevetto della Rando Imperator sembra il più facile, ma per chi si cimenta per la prima volta sulle lunghe distanze potrebbe essere un’impresa: perché non sempre i più allenati sono quelli che fanno più fatica, anzi. Il coraggio della prima volta, di chi non è mai rimasto in sella per 300 km, ci riporta al gusto primordiale della bici: che non è una bandiera, ma solo un mezzo per lasciare fluire il sangue dalla testa al resto del corpo, a irrorare bisogni, sogni, demolire le paure, costruire certezze. Chi pedalerà tra Bolzano e Ferrara, domenica 5 maggio, si mescolerà a chi è partito da Monaco il giorno prima, e il passato darà i cambi in scia al futuro diventando l’unico presente che conta: il vento in faccia, tra la val d’Adige e la pianura del Po, a ricordarci che il tempo in bici non si misura, non si pesa, semplicemente si prende di petto.

Sabato 4 e domenica 5 maggio 2024, ci innamoreremo ancora della randonnée europea: iscriviti online.

🇪🇺🇪🇺 Rando Imperator 2024 🇪🇺🇪🇺
4-5 maggio
9a edizione
Monaco – Bolzano – Ferrara
In bici dalla Germania all’Italia in 2 giorni

Insieme a: Treesport

Foto: Flavio Perazzini