Non basta una vita, per capire veramente i posti che attraversiamo, figurarsi una notte. Eppure in una notte in cui siamo mezzi svegli e mezzi sognanti, l’orizzonte si inclina su un piano inclinato dalla pendenza sempre costante, e piano piano, goccia di sudore dopo goccia di sudore, un po’ di Friuli ti entra negli occhi, nei polmoni e vorremmo dire pure nel cuore. Quando ti senti chiamare per nome anche da chi vedi solo una volta all’anno, quando da un campo di mais si sentono solo cicale e sfrigoli di catene, quando ti versano nel bicchiere tè allo zenzero col sorriso all’una di notte, quando ti perdi a Venzone ma hai qualcuno che nel mentre aspetta con te e ti dà un cornetto caldo in mano alle tre di notte, quando alle cinque del mattino a servire waffle c’è anche un anziano del paese che si è presentato così, spontaneamente, ché tanto lui ne ha viste di cose, dice arzillo, quando alle quattro del mattino qualcuno accende un fuoco in un bidone perché sa che vorrai scaldarti, quando un ragazzo del paese si presenta con una consolle in mano e chiede se può suonare in quella notte dell’anno che alcuni a Ugovizza aspettano più del Santo Natale. Mentre saliamo su questo piano dolcemente inclinato togliendoci di dosso la polvere della città prima ancora che quella della campagna, per andare a salutare le montagne e il cielo e noi bambini che per una notte i grandi ci lasciano svegli e noi grandi che ci inseguiamo, che ci attorcigliamo sul manubrio dopo Pontebba o che a Malborghetto abbiamo i polmoni che ci scoppiano e le gambe che gridano inascoltate di fermarci e noi no, noi non le ascoltiamo, ecco mettendo assieme tutta questa costellazione sparsa nella galassia della bici, non dico che il Friuli lo capiamo, ma che forse provare a essere sinceri, sopra e sotto dalla bici, e fare i conti con i propri limiti, gli imprevisti, le fatiche, le sfide, a non ascoltare la sorella che ti dice che non ce la farai, ad ascoltare lei o lui che ti dice che ti divertirai, che ti dice di ascoltare, mentre si pedala tra Udine e Vendoglio e Venzone e Chiusaforte e Ugovizza, ecco ad ascoltare bene ci sembra di riconoscerla, quella voce che solo in queste terre ti arriva porosa come il fianco di una montagna, tersa come l’acqua del Fella, verticale come i ponti sospesi dell’antica ferrovia: dritta, senza scorciatoie, al cuore.
Grazie per averci fatto sentire a casa, voi 500 partecipanti e tutti quelli che sono stati svegli con noi alla partenza, ai ristori, all’arrivo, durante la Bike Night Alpe Adria 2023: a chi a casa era davvero, a chi ci capita in una notte soltanto, a chi pensa che bisogna sempre tornare, dove si è stati felici.
Grazie alle ragazze e ai ragazzi del nostro staff: senza di loro la luce non si accenderebbe mai, e non sarebbe così radiosa.
Grazie a Fabrizia e Marco per le foto, la resistenza e la pazienza.
Grazie a tutti i nostri partner della Bike Night Alpe Adria, molti di loro sin dalla primissima edizione nel 2016: Hotel Suite Inn (Udine), MAMM Ciclofocacceria, Ferrovie Udine-Cividale Progetto MI.CO.TRA, Comune di Treppo Grande, Pasticceria D’Altri Tempi, Coop. La Chiusa (Chiusaforte), Alla vecchia Stazione (Ugovizza). Con il patrocinio della Regione Friuli-Venezia Giulia e del Comune di Udine.
Grazie all’assistenza medica lungo tutto il percorso.
Grazie a Sportler, nostri compagni di viaggio dell’intero tour.
Ci vediamo in Friuli nel 2024: mandi!
🌖🌗🌘 Bike Night Alpe Adria 2023 🌒🌓🌔
sabato 15 domenica 16 luglio
7a edizione
da mezzanotte all’alba, 100 km
Udine – Ugovizza (UD)